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Type game, ovvero gioco tipografico.
Il senso del laboratorio tipografico, a cui ho partecipato a novembre 2011 e organizzato da Marco Campedelli nel suo studio di Verona, racchiude nel nome tutto il suo significato.
L'approccio alla materia è stato molto particolare:
tecniche che nessun tipografo vecchio stampo si sognerebbe mai di
pensare né tantomeno di insegnarti oggi. Inchiostrare ad esempio lettera
per lettera, non fissare la forma, usare solo margini di cartone, usare
una pressa non ancorata al tavolo, usare cucchiai – si, proprio
cucchiai! – per rifinire la stampa... E invece tutto questo si può fare e
i risultati sono entusiasmanti!!!
È questa spregiudicatezza e spontaneità che rende
questo tipo di workshop veramente unico: si ritorna a giocare, si
riprende contatto fisico con la realtà, l'utilizzo di pochi mezzi e
tecniche semplificate all'osso aprono nuovi orizzonti creativi...
Possono sembrare parole banali, ma nel momento in cui ti trovi a vivere
queste esperienze ti accorgi che sono vere.
Un paragone con il workshop di Arezzo con Amos Kennedy e Paolo Lazzerelli?
Beh, ci sono molti punti in comune e alcune diversità.
Sicuramente l'approccio quasi irriverente alla materia
tipografica è il fil rouge che lega le due esperienze: in entrambe
l'errore non è visto come uno sbaglio bensì come un'occasione creativa.
Se Amos e Paolo basano la loro poetica sull'utilizzo massiccio del
colore e sulle sovrastampe, pur usando processi istituzionali, Marco
arriva allo stesso punto percorrendo una strada diversa, fatta di
strumenti impropri, ma manovrati con precisione e consapevolezza.
Chiaro che i risultati finali sono differenti...ma dopo tutto
stiamo parlando di stampa tipografica dove una copia non è mai uguale
alle altre!
L'idea della stamperia La’Mas
è partita prima di partecipare al Type game, ma dopo questa esperienza
ha acquisito maggiore valore, perchè ha trovato molte conferme
nell'approccio inconsueto proposto da Marco Campedelli.
Di seguito alcune stampe in A4 eseguite durante il workshop.
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